Fra le tante richieste di aiuto che sono arrivate in questi giorni alla Caritas di Bologna, ci ha colpito quella di un gruppo di persone a cui sinceramente non avevamo pensato. Ci hanno infatti contattato circa 140 famiglie che nella maggioranza dei casi svolgono la professione di giostrai e ambulanti lavorando prevalentemente, nella stagione primavera-estate, in giro per l’Italia pur avendo quasi tutti residenza nelle periferie della città. Uscendo quindi da un lungo inverno di fermo lavorativo e impossibilitati a causa della pandemia a riprendere l’attività nelle fiere e nelle sagre, che proprio in questa stagione ripartirebbero, si sono trovate in gravi difficoltà.
Molte di queste famiglie mai si erano rivolte alla nostra rete diocesana o parrocchiale. Nel cominciare a farci carico di queste circa 400 persone, che vivono sul territorio metropolitano, siamo stati affiancati da tutte le 24 Caritas parrocchiali coinvolte, che hanno risposto con grande attenzione alle richieste e distribuito pacchi viveri e buoni spesa a queste (per noi) nuove famiglie, nella maggioranza Sinti e Rom. Su sollecitazione anche della Fondazione Migrantes, da cui ci sentiamo sostenuti e, consapevoli che il nostro intervento non può essere sufficiente a coprire il fabbisogno alimentare di tutti, continuiamo a ricercare collaborazione con i Comuni e i Servizi Sociali del territorio per non far sentire dimenticate queste famiglie che ora sono in particolare stato di necessità, proprio perché, avendo un’attività itinerante, hanno maggior difficoltà a creare legami col territorio.
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